Animazione Teatrale: processo culturale e teatrale

Il gioco del teatro

A trent'anni dall'inizio del fenomeno sociale, culturale, artistico dell'Animazione Teatrale nel 1998 appare sulla rivista Primafila uno speciale che raccoglie testimonianze e riflessioni di alcuni suoi protagonisti.

Foto: Archivio Teatro Stabile di Torino

Gian Renzo Morteo

Gian Renzo Morteo nasce a Rivarolo Ligure, Genova, il 23 settembre 1924. Da giovane lavora per alcuni anni in Francia e qui sviluppa una conoscenza approfondita della cultura teatrale francese che lo porta a veicolare anche in Italia alcune istanze e visioni del Teatro Popolare francese. Rifiuta un’idea di teatro chiuso su se stesso e si adopera affinché la cultura teatrale si diffonda in tutti gli strati della popolazioneLa sua azione culturale avviene su più fronti.

È docente di Drammaturgia e Storia dello Spettacolo presso l’Accademia Albertina di Belle Arti e di Storia del Teatro alla Facoltà di Magistero e poi di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Svolge un’intensa attività di traduttore e presentatore di testi teatrali, permettendo la diffusione di nuovi testi e di nuove idee. Collabora con la rivista “Il Dramma” e, negli anni ‘80, fonda e dirige il periodico “Linea teatrale”. Come saggista si occupa di letteratura drammatica, poetiche e tecniche teatrali, scenotecnica, scenografia e animazione teatrale. Dal 1968 al 1970 ricopre l’incarico di membro della direzione collegiale del Teatro Stabile di Torino e di Direttore del suo Centro Studi. È uno dei promotori dell’azione di Decentramento svolta dal Teatro Stabile di Torino. Può essere definito uno dei padri dell’Animazione Teatrale e si adopera per il suo sviluppo, il suo studio e la sua diffusione. Sostiene, dialoga e collabora con attori, animatori teatrali, compagnie teatrali e di danza, artisti. Nel 1979, grazie a una convenzione tra Comune e Università di Torino, fonda e dirige il Centro di Documentazione per la Animazione che oggi porta il suo nome.


L'animazione come propedeutica al teatro

Il seguente testo del 1977 è suddiviso in quattro parti.
La prima è costituita dal compendio del corso universitario di Gian Renzo Morteo dal titolo "L'animazione teatrale come propedeutica al teatro". Morteo analizzare questo complesso fenomeno spiegando perché alla parola "animazione" sia corretto associare il termine "teatrale"; quali caratteristiche deve avere l'animatore teatrale, le sue possibili azionicome si sviluppano, i linguaggi che utilizza; perché l'animazione teatrale abbia un carattere collettivo e perché, pur avendo anche una dimensione pedagogica, vada vista come azione "squisitamente culturale".
La seconda, scritta da Anna Sagna, consiste in una introduzione a uno dei linguaggi teatrali: l'espressione corporea.
Nella terza parte Loredana Perissinotto propone una schematica cronistoria che mostra quali siano le radici artistiche, pedagogiche e culturali dell'animazione teatrale.
L'ultimo contributo, di Giovanni Moretti, dà voce alle diverse anime che allora componevano il fenomeno dell'animazione teatrale dando uno spaccato del dibattito culturale presente anche al suo interno.

Il modo di Strehler

In questo articolo apparso su L'Informazione nel 1973 Morteo mette in guardia dal rischio di considerare un modo di fare Teatro, seppure di un grande maestro come Strehler, come il modo di fare Teatro. Ritornare al modello esclusivo metterebbe a rischio la sopravvivenza del Teatro stesso. Ancora una volta Morteo non perde l'occasione per ribadire il concetto che esistono tanti modi di concepire il Teatro.

Giuseppe Bartolucci

Giuseppe Bartolucci nasce a Fratte Rosa (PU) il 18 agosto del 1923. Dagli anni 60’ del XX secolo inizia ad occuparsi di teatro e di critica teatrale scrivendo per il quotidiano “L’Avanti!”. È stato promotore dell’Avanguardia teatrale italiana e contribuisce a diffonderne i pensieri e le istanze. Fu infatti tra i firmatari del manifesto “Per un convegno sul nuovo teatro” pubblicato nel 1966 sulla rivista teatrale "Sipario" e tra gli organizzatori del Convegno che successivamente si svolse a Ivrea dal 9 al 12 giugno del 1967. Bartolucci è stato uno dei condirettori del Teatro Stabile di Torino, impegnandosi a valorizzare le esperienze del Nuovo Teatro, dell’Animazione Teatrale e del Teatro Ragazzi. Quando successivamente si trasferisce a Roma diventa direttore del settore Teatro-Scuola del Teatro di Roma. Attraverso i suoi scritti racconta le evoluzioni che il teatro sta vivendo e verso quali orizzonti si sta muovendo. Crea le opportunità (rassegne, convegni, workshop) in cui si possa sviluppare il rapporto tra autori, attori e spettatori dando spazio a molte realtà artistiche che altrimenti sarebbero rimaste invisibili e che difficilmente sarebbero sopravvissute nel mercato teatrale.


Una contraddizione dialettica

In questo articolo Giuseppe Bartolucci analizza le differenze di azione e di prospettiva tra il Teatro d'Arte, il Teatro come servizio pubblico e l'Animazione Teatrale.

Gruppo di Animazione Teatrale e Culturale

Nella stagione 1974/1975 il Teatro Stabile di Torino costituisce un gruppo di lavoro, composto da giovani attori da poco diplomati nelle scuole d'arte drammatica nazionali, denominato "Gruppo di Animazione Teatrale e Culturale". Nel suo testo programmatico tra le finalità si legge:

Da un lato recupero ed utilizzazione in termini contemporanei della cultura teatrale del passato, [...] dall'altro l'elaborazione di una nuova drammaturgia che dalla realtà d'oggi, e dalla particolare realtà cittadina, possa prendere le mosse.

Verso una nuova drammaturgia

In questo saggio del 1972 Sisto Dalla Palma certifica la morte di un certo modo di fare teatro. Dopo aver analizzato e criticato i tentativi di mantenere in piedi un sistema ormai anacronistico l'autore indica nuove strategie per permettere al teatro di rifondarsi ed essere autentica espressione della contemporaneità.
CRT "Teatro-Educazione"