Il Convegno di Ivrea prima e dopo

Foto: Archivio Teatro Stabile di Torino

Il manifesto

A Ivrea dal 9 al 12 giugno del 1967 si svolge un convegno per un nuovo teatro. Il convegno era stato preceduto di pochi mesi da un manifesto polemico pubblicato sulla rivista teatrale "Sipario", a firma di critici e uomini di teatro "non allineati".

Elementi di discussione
al Convegno "per un teatro nuovo"
(Ivrea, giugno 1967)

Un gruppo di intellettuali facenti capo ad Edoardo Fadini, Franco Quadri, Ettore Capriolo, Giuseppe Bartolucci in una sorta di manifesto programmatico enuncia gli elementi su cui il mondo del teatro deve riflettere per continuare ad essere un'arte contemporanea. La loro visione abbraccia la totalità dell'arte teatrale: le modalità in cui si crea, i suoi linguaggi, la relazione con il pubblico, le sue strutture organizzative. Si tratta di uno dei lasciti più importanti del Convegno di Ivrea del 1967.

Eugenio Barba e il Congresso di Ivrea

Tra gli ospiti del Convegno di Ivrea del 1967 ci sono anche Eugenio Barba con tre attori dell'Odin Teatret chiamati a raccontare/mostrare il lavoro che svolgono in Danimarca. In una intervista del 2017 Eugenio Barba racconta quella esperienza.

A convegno il teatro di domani

Al Centro Olivetti di Palazzo Canavese e nella sede dell'Unione Culturale a Torino si sono svolti dal 10 al 12 giugno scorso i lavori, cioè gli interventi, i dibattiti, le conferenze-spettacolo spesso vivaci e talvolta movimentati, del Convegno per un Nuovo Teatro, la cui idea, com'è noto, partì dalle pagine di questa rivista nel novembre scorso quando critici, registi, scrittori, attori, scenografi, musicisti, cineasti firmarono quel "manifesto" che invitava a "raccogliere, valorizzare, difendere nuove forze e tendenze del teatro, in un continuo rapporto di scambio con tutte le altre manifestazioni artistiche, sulla linea delle esigenze delle nuove generazioni teatrali".
Guido Boursier

Manifesto per un nuovo teatro

di Pier Paolo Pasolini

Rassegna "I giovani per i giovani"
Chieri 30 giugno - 9 luglio 1972

Queste "note" di lavoro presentate e svolte in occasione di un convegno a Chieri appunto, vanno specificamente riferite a quell'occasione; esse rappresentano un momento particolare di passaggio dell'avanguardia. Da allora nuovi elementi sono entrati in gioco, altri invece si sono marginalizzati da sé. Nell'ambito della sperimentazione certe situazioni immobili si fanno mobilissime, certi atteggiamenti radicali si fanno compromissori. Pertanto pubblicare queste "note" è meno superfluo di quel che si possa pensare; sia perché i curatori, da me allora invitati, rappresentano il meglio di quanto si trovi sul mercato, si fa per dire, sia come fedeltà sia come acutezza, per un discorso sull'avanguardia; sia perché gli argomenti proposti, al di là dell'occasionalità e della improvvisazione, sono svolti con tenacia e con intelligenza, con perspicuità e con lungimiranza.
Giuseppe Bartolucci

I curatori: Ettore Capriolo (La situazione artistica), Italo Moscati (La politica teatrale), Franco Quadri (Organizzazione e prospettive), Giuliano Scabia (Teatroltre).

L’animazione teatrale:
strategia capitalistica, gestione del movimento operaio e possibile uso rivoluzionario.

In questo saggio del 1973 Roberto Alonge analizza da un punto di vista politico, sociale e pedagogico il fenomeno dell'Animazione teatrale evidenziandone limiti e contraddizioni, ma anche potenzialità e possibilità di sviluppo.
Il saggio è presente in Cultura, lavoro intellettuale e lotta di classe, a cura di R. Alonge, F. Berardi, P. Bertetto, R. Tessari, Guida, Napoli 1973.
CRT "Teatro-Educazione"