Il teatro popolare francese

Jacques Copeau

Jacques Copeau nasce a Parigi nel 1879. Inizia il suo percorso come critico, drammaturgo, poi come attore e regista-pedagogista.
Quando comincia a dedicarsi al teatro parte da un rifiuto netto del teatro esistente perché lo considera affetto da quella malattia che lui chiama cabotimage ovvero il guittismo, il ciarlatanesimo, l'asservimento a imperativi commerciali che spingevano l'attore a vendersi costantemente alle logiche del mercato.
Copeau sente il bisogno di rinnovare il teatro francese dalle radici; questa esigenza lo porta nel 1913 a fondare una scuola-teatro, il Vieux Colombier, da cui ripartire e formare nuove generazioni di attori. In questa impresa ardua ha al suo fianco giovani attori destinati a diventare famosi, come Jouvet e Dullin, che educa a una disciplina quasi monastica di lavoro e di studio.
Per non cedere a compromessi d'ordine materiale nel 1925 abbandona l'attività pubblica e si ritira in Borgogna. Lì fa recitare nelle campagne un gruppo di allievi: Les Copains du Vieux Colombier.
La singolare storia di Jacques Copeau coincide con la vita di un grande intellettuale che attraversa il teatro cercando di mettere a fuoco il fondamentale nodo estetico ed etico dell'attore, che egli ricalca sul paradosso di Diderot: "Per donarsi, è necessario, per prima cosa, che l'attore sia sincero e si possieda". La "sincerità" non è altro che questo possedersi.

Il teatro popolare
di Jacques Copeau

 

Il teatro popolare, se deve nascere sano e vivere di una vita propria, [...] dovrà partire dalla terra, bere dalla fonte, scoprire e assimilare progressivamente le leggi della creazione, della composizione e della rappresentazione drammatica, in una parola reinventare la sua forma, secondo i suoi bisogni, secondo la sua capacità, secondo la natura e la capacità del suo pubblico, e non mettere insieme con gran sforzo, sulla scorta delle ricette apprese, dei falsi drammi antichi, delle false tragedie classiche, dei falsi drammi shakespeariani.

Il teatro "per" le masse non è per forza un teatro "di" masse. [...] più il teatro vorrà indirizzarsi efficacemente alle moltitudini, stamparsi nella loro memoria, influenzare la loro vita profonda, più dovrà semplificarsi, purificarsi, ridurre il numero degli elementi che usa per svilupparli in potenza.

Jacques Copeau

 

Jean Vilar

Jean Vilar nasce a Sète nel 1912. Attore, scrittore e regista, fondatore del Festival d'Avignon e direttore del Théâtre National Populaire.

A 20 anni decide di intraprendere la carriera teatrale e a Parigi si iscrive alla scuola di regia di Charles Dullin, di cui successivamente diventa collaboratore.
Nel 1947 è il principale animatore di quello che sarebbe divenuto dal 1954 il Festival d'Avignon. Ne fece una grande "festa" teatrale entrando a far parte della scena culturale avignonese ed incarnando il suo concetto di teatro popolare: un programma di alta qualità, autori classici e drammaturghi stranieri spesso poco conosciuti in Francia, prezzi accessibili per studenti, associazioni, enti di beneficienza, e comitati sociali sul posto di lavoro. Negli anni ha aperto il Festival ad altre forme artistiche: danza, musica e cinema.
Nel 1951 Jean Vilar  viene nominato direttore del Théâtre du Palais de Chaillot e subito ripristina il suo nome originale di Théâtre National Populaire. In un periodo di 12 anni ha aperto la strada ad un approccio che ha messo il pubblico al centro delle sue riflessioni per una cultura inclusiva. Durante tutta la sua carriera Jean Vilar si è impegnato a porre il pubblico al centro della creazione artistica sostenendo che il teatro dovesse essere un servizio pubblico.
Nel 1963 si dimette dalla carica di direttore del Théâtre National Populaire per dedicarsi interamente alla direzione del Festival d'Avignon. Jean Vilar ne rimane suo direttore artistico fino alla sua morte, avvenuta il 28 maggio 1971.


Il teatro di Jean Vilar

 

A un anno dalla nomina di Jean Vilar a direttore del Théâtre National Populaire sulla rivista Sipario esce un articolo di Jean-Michel Bruner che ne analizza l'azione artistica e culturale: decentralizzare il teatro francese; rendere il teatro realmente accessibile al popolo ripensando le proposte, creando nuove formule di fruizione, abbattendo il prezzo del biglietto.

 

Le Théâtre et les masses

Intervista a Jean Vilar

 

Crediamo che il teatro popolare debba essere inteso come un teatro aperto a tutti, senza alcuna restrizione.

Jean Vilar

 

Il teatro di Roger Plancon 

CRT "Teatro-Educazione"